Società Canottieri Arno, gli inizi
La Società Canottieri “ARNO” fu fondata il 12 gennaio 1905, riunendo e dando così una sede agli appassionati di canottaggio, che in forma privata sulle acque dell’Arno, praticavano questo sport. Ideatori ne furono l’Avv. Alberto Guarducci ed il Dr. Bista Bianchi; mentre tra i soci fondatori ricordiamo: Avv. Carmignani, Dr. Matteucci, Sig. Egidio Bertini, Geom. Leone Biagini, Dr. Sisto Benvenuti, Sig. Ghino Capitani, Sig. Igino Ciabatti, Dr. Raimondo Dell’Omodarme, Sig. Del Guerra, Sig. Alcibiade Andreuzzi, Avv. Seragini, Cav. Gino Ferroni, Sig. Pietro Fabbri, Dr. Giulio Garzella, Avv. Andrea Piegaia, Prof. Giunio Salvi, Dr. Traversi, Rag. Guidi Toncelli, Sig. Alfredo Bottai, Sigg. Mario e Sandro Salvini, patronesse Sig.ra Mary Nissim Rosselli e A.Maria Guarducci.
Nel 1905 al “timone” in qualità di presidente fu nominato l’avv. Alberto Guarducci.La prima sede della società era ubicata (1905) agli scali del fosso dei navicelli (Porta a Mare) sotto il ponte della ferrovia Pisa – Marina; la seconda a monte della Torre Guelfa ai piedi della Cittadella (1906), mentre quella attuale presso il ponte della Cittadella, in via Bonaccorso da Padule. I fabbricati di proprietà del Comune di Pisa venivano concessi in affitto ad un canone annuo simbolico pari a una lira. La Canottieri Arno, come si legge nell’atto costituzionale, si prefiggeva “di incrementare e dare lustro allo sport del remo”. Successivamente a questa specialità si aggiunsero il nuoto, la pallanuoto ed infine la canoa. Negli anni venti, la Società
Pisana di nuoto “RARI NANTES”, aveva la propria sede su di uno chalet galleggiante, ormeggiato in Arno, presso lo scalo di San Nicola su lungarno Pacinotti. Sovente le improvvise piene del fiume strappavano al proprio ormeggio lo chalet trascinandolo verso il mare. Non era cosa facile poterlo recuperare e rimorchiarlo, prima che subisse danni, in luoghi più sicuri. In una delle sue tante scorribande verso il mare lo chalet affondò. La RARI NANTES, rimasta priva della propria sede, si unì alla Canottieri la quale venne così ad arricchirsi di una nuova disciplina sportiva: il nuoto.
Lo Sviluppo
La società, sempre in costante sviluppo, non rimase indifferente al diffondersi del nuovo sport importato, in Italia, dalla lontana Inghilterra: la pallanuoto. Utilizzando i migliori tra i suoi nuotatori, riuscì a comporre la prima squadra di pallanuoto che, sotto la guida del Dr. Ferruccio Giovannini in veste di allenatore, esordì nel 1923 vincendo a La Spezia il Campionato Toscano. Ben presto gli atleti e le atlete della canottieri iniziarono ad ottenere i primi successi tanto da primeggiare nelle classifiche nazionali, in ogni specialità. Da quel momento non fu altro che un crescendo di acquisizione di titoli, coppe, medaglie ecc. Purtroppo gli eventi bellici del 1940-45 interruppero questa prestigiosa ascesa.
In uno dei tanti bombardamenti sulla nostra città, la sede della Canottieri venne distrutta e con essa le imbarcazioni, mentre tutto il materiale di archivio venne disperso. Passata la guerra, nel gennaio del 1945, alcuni sportivi di chiara fama come l’Avv. Angiolo Adorni Braccesi, Ing. Dino Dini, Giuseppe Fantozzi, Renzo Valloni, Dr. Ferruccio Giovannini, Dr. Mario Fortunati riunitisi decisero di riorganizzare e dare nuova vita alla società, pur essendo privi di tutto, locali, mezzi finanziari, imbarcazioni; le uniche risorse di cui disponevano erano la loro grande passione per lo sport e la volontà nel voler riuscire.
Beppe Fantozzi
Beppe Fantozzi recuperando i resti delle imbarcazioni danneggiate ed utilizzando una tettoia presso l’Orto Botanico, eseguite le opportune riparazioni, riuscì ad approntare la prima barca. Nei sottosuoli del Giardino Scotto trovò rifugio e l’opportunità di essere riparato l’otto fuori scalmo dell’ex G.U.F. Con i fondi ottenuti, organizzando feste da ballo a pagamento nei vari locali cittadini, si riuscì ad acquistare la prima imbarcazione del dopoguerra, un due jole, alla quale venne dato, come buon auspicio, il nome di Primetta. Altre barche vennero rabberciate, riadattate e così cominciò a delinearsi un parco imbarcazioni che seppure esiguo si dimostrò valido per dare l’avvio alla ristrutturata Società.
In un primo tempo il parco imbarcazioni venne alloggiato sotto un capannone del Cantiere Fontani a Porta a Mare. Da questa sede alquanto inadatta, poichè la sera vi venivano ricoverati anche greggi di pecore, per gentile concessione del Col. Spighi, Comandante del Deposito Stalloni, si ottenne di usufruire di un locale del citato Deposito e così da questa Sede provvisoria riprese vita l’attività remiera, natatoria nonchè pallanuotistica della Società. Purtroppo l’esiguo numero di imbarcazioni e la loro precarietà non permettevano di raccogliere quei risultati che i nostri atleti avrebbero effettivamente meritato. Con circa un milione di lire, quale risarcimento danni di guerra, venne acquistato un quattro jole e subito dopo i nostri canottieri ottennero la loro prima vittoria del dopoguerra a Limite Sull’Arno (FI). La sezione nuoto oltre a gareggiare su tutti i campi nazionali ottenendo anch’essa lusinghieri successi, si adoperò, finchè le acque dell’ Arno non inquinate lo permisero, ad organizzare la traversata a nuoto di Pisa, con partenza dal Ponte della Fortezza ed arrivo alla Cittadella, come pure la maratona di nuoto Pisa – Marina. La pallanuoto per varie ragioni organizzative e per mancanza di allenatori, iniziò, purtroppo un lento declino.
Con la ricostruzione della Città, le autorità Comunali sensibili alle richieste degli sportivi pisani, reperiti i fondi, deliberarono la ricostruzione dell’attuale Sede della Societa.
Iniziarono grazie all’interessamento costante e pressante di Beppe Fantozzi, i primi finanziamenti da parte del C.O.N.I. e delle Autorità locali, tanto che si potè gradualmente, eliminare le vecchie imbarcazioni, acquistandone delle nuove, più moderne corredate di tutti quegli accorgimenti tecnici che il progresso aveva portato. I nostri Vogatori, sostenuti da validissimi allenatori non tardarono a fare le loro prime apparizioni anche sui campi internazionali di canottaggio. La loro ascesa non ha avuto fino ad oggi, limiti.
La partecipazione alle Olimpiadi
Purtroppo per il nuoto e la pallanuoto, le cose non andavano così bene come il canottaggio. Iniziava a delinearsi un leggero declino, in quanto le acque inquinate dell’ Arno, non consentivano più gli allenamenti come un tempo. Stagione permettendo la preparazione degli atleti veniva fatta in mare a Marina di Pisa. I sacrifici ed i disagi che i ragazzi dovevano sostenere incidevano notevolmente sul loro rendimento tanto da rendere impossibile ottenere dei risultati di prestigio. In breve tempo il parco atleti venne paurosamente ad assottigliarsi. Iniziarono così presso le Autorità locali le pressioni perchè anche a Pisa venisse costruita una piscina.
Dopo molteplici discussioni ed infinite polemiche, in Via Andrea Pisano, sorse negli anni 60 la Piscina Comunale. La Canottieri Arno, alla quale nel frattempo erano affluiti in numero considerevole atleti ed atlete dediti agli sports natatori, cominciò a riorganizzarsi e ben presto questi giovani, si trovarono a gareggiare su tutti i campi gara d’Italia, ottenendo anch’essi come i fratelli del canottaggio, i migliori successi.
Gli anni 60 segnarono anche l’avvento della canoa olimpica. Il nuovo sport attirò a se numerosi giovani che trovarono nella nuova “barca” un motivo diverso, in più, per la propria realizzazione. Infatti i canoisti pisani, non solo primeggiano sui campi gara italiani, ma più volte in gare internazionali, hanno tenuto alto il nome d’ Italia, strappando titoli a nazioni che per tradizione erano divenute il mito della canoa.
L’attività della “polisportiva” Società Canottieri Arno viene premiata dal CONI nel 1993 con l’assegnazione della stella d’oro al merito sportivo. Questa meravigliosa storia iniziata nel 1905 ha avuto il suo culmine agonistico con la partecipazione alle Olimpiadi e con la conquista di più di un Campionato Mondiale.