Dal libro ” Un Secolo di Sport ” edito in occasione del centesimo anno di vita della canottieri
Nata in riva d’ Arno, fondata sull’ intraprendenza, il coraggio e il gusto del rischio dei nostri antichi antenati, la gloria di Pisa repubblica marinara era guardata con rispetto e ammirazione, timore e speranza, quando dai lidi del Mediterraneo si scorgeva sull’alto pennone delle galee la croce cittadina che garriva nel vento.
Fu gloria costruita faticosamente con quotidiano duro lavoro di navigatori alle prese col mare: porti, partenze e arrivi, venti e tempeste, vele e remi, nemici e abbordaggi, tesori, perdite e guadagni favolosi. Qualcosa di quel mitico, radioso e leggendario passato si è trasferito, per vie misteriose, nell’ immaginario dei pisani, riaffiorando alla fine del 1800, quando sempre più numerosi giovani ebbero tempo e possibilità di praticare per diletto lo sport. Congeniali furono percepiti il canottaggio e il nuoto che rinnovavano l’antico rapporto con l’acqua.
Emilio Tolaini in “Le città nella storia d’ Italia, Pisa”, narra che “una festa importante, intesa a esaltare la vocazione marinara della Città, e insieme specchio del rapporto della popolazione col fiume, era lo Sposalizio di Pisa col mare, che si celebrava il 6 luglio a San Piero a Grado e cita un sirventese di Puccino d’Antonio che descrive la personificazione della città che ”per lo bel fiume d’Arno va verso le quete maree, accompagnata da cento galee, in una barca tutta ornata d’oro”. E Antonio Giuntini nel suo libro “La Regata di San Ranieri. La storia, le cronache “ scrive che si hanno notizie di competizioni remiere già dal 1292, chiamate allora “Corse per acqua” e dal 1635 le “ciurme “ delle imbarcazioni indossano i costumi fatti di tela con i colori dei rioni e la regata di San Ranieri è ormai da circa un secolo disputata il 17 giugno per la festa del nostro Patrono fra i quattro antichi quartieri della città : Sant’ Antonio, barca verde, San Martino, rossa, Santa Maria , celeste e San Francesco, gialla.
In “Lo sport a Pisa, il pionierismo” Ferruccio Giovannini narra che prima della Società Canottieri Arno a Pisa era stata fondata la Società del Tiro a Segno nel 1862, dopo che questo sport , con l’avvento del Regno d’Italia, era stato istituito per legge allo scopo di imparare a difendere la Patria , e per due volte fu vinta la “Bandiera Nazionale”, una sorta di campionato d’Italia.
Nel 1891 sorse l’Alfea che aveva ereditato la gestione del meraviglioso comprensorio di San Rossore dalla Società Pisana per le corse dei Cavalli istituita il 3 aprile 1854. Altro sport praticato fu la scherma dal 1890 con l’insegnamento del maestro Ruglioni e con un atleta dai più dimenticato, Amilcare Pieroni, che riuscì, sia pure più maturo, a battere il giovanetto Nedo Nadi, futuro plurimedagliato olimpico nella scherma. Di lì a poco nel 1892 nacque la Società Ginnastica “Sempre Avanti “ .
La distruzione della nostra Sede a causa dei bombardamenti
Il concittadino Dottor Ugo Ristori nel 1995, nell’articolo sui novant’anni della Canottieri Arno apparso su “Lo Sport Italiano”, rivista del CONI, ricorda che il 19 giugno 1892, in concomitanza con l’inaugurazione del monumento a Giuseppe Garibaldi, si svolse in Arno una regata tra gli eterni rivali pisani e livornesi.
A fine novembre 1893 l’Avv. Alberto Guarducci indisse una riunione per chiamare gli appassionati alla pratica dello sport remiero, ma senza successo. Solo nell’aprile dell’anno successivo si ha notizia che fu acquistata una jole da mare con cui i nostri antenati il 27 maggio 1894 a Torino disputarono una gara interuniversitaria classificandosi secondi, risultato che fu replicato, sempre a Torino l’anno successivo, il 12 maggio.
Si verifica poi un raffreddamento dell’attività, per lo meno a livello competitivo, fino a che si arriva al momento della nascita ufficiale della Canottieri Arno, il 12 gennaio 1905, sempre sotto l‘impulso e la guida dell’Avv. Alberto Guarducci che fu eletto primo presidente. Segretario fu il signor Gino Ferroni. Collaborò alla nascita della Società in maniera determinante l’ Avv. Bista Bianchi raccogliendo e coagulando i soci fondatori dei quali ricordiamo i nomi che ci sono pervenuti: Alcibiade Andreuzzi, Egidio Bertini, Geom. Leone Biagini, Dr. Sisto Benvenuti, Alfredo Bottari, Ghino Capitani, Ing. Roberto Carmignani, Igino Ciabatti, Dr. Raimondo Dell’Omodarme, Giuseppe Del Guerra, Pietro Fabbri, Gino Ferroni, Giulio Dr.Garzella, Dr. Matucci, Avv. Andrea Piegaia, Prof. Giunio Salvi, Mario Salvini, Sandro Salvini, Avv. Tullio Serafini, Rag. Guido Toncelli, Dr. Emilio Traversi. Furono anche nominate due gentili patronesse, la signora Anna Maria Guarducci e la signora Mary Nissim Rosselli.
Purtroppo tutto l’ archivio è andato perso con la distruzione della nostra Sede per causa dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale; l’unica testimonianza è affidata a un parco trafiletto sul giornale politico amministrativo della città e provincia “Il Ponte di Pisa” di domenica 22 gennaio 1905.